Valle d'Itria

Alla vigilia di Ognissanti storie di morti e di vivi e di Santi da invocare

  • 19/10/2015
  • Maria Teresa Acquaviva
  • 0

Il 31 ottobre Passaturi organizza un giro nella città vecchia di Martina Franca dedicato alla cultura immateriale locale. Il tema è il mondo dei morti la cui commemorazione incomincia già dalla notte del 31 ottobre con rituali domestici, per concludersi con celebrazioni sacre solenni e ufficiali il 2 novembre.

Info
Incontro alle 17.15 in piazza Mario Pagano sul sagrato della Chiesa di san Francesco d'Assisi.
La puntualità è gradita nel rispetto di tutti.
Il contributo a persona è di 5.00 euro. I bambini fino a 8 anni non pagano.
La prenotazione è obbligatoria entro, e non oltre,  le ore 12.00 di sabato 31 ottobre al numero 3205753268.

La visita guidata
Il nostro percorso comincerà dalla Confraternita di Sant'Antonio da Padova, extramoenia, dove si visiterà il sepolcreto, sotto l'oratorio. Si tratta del più interessante e più antico modello di architettura sepolcrale che sia giunta ai giorni nostri a Martina. Sulle pareti della cappella sepolcrale si conservano dipinti a tempera ottocenteschi  commissionati dai confratelli. Risalendo si potranno ammirare le statue in cartapesta dei Misteri di fattura salentina. Infatti la Confraternita di Sant'Antonio da Padova ha l'esclusiva a Martina Franca della processione del Venerdì Santo. Un giovane confratello, Damiano Nicolella, anche studioso di tradizioni popolari, racconterà storie e aneddoti con abiti da cerimonia.

Poi comincia il giro nella città vecchia con varie soste in luoghi dove  "usciva lo spirito", con storie di anime inquiete morte tragicamente e storie di maledizioni che incombono su alcune case. L'ultima tappa sarà la seicentesca Chiesa del Monte Purgatorio, legata anch'essa a una terrificante storia di morti e di vivi. Una sant'Orsola appare con le undici vergini in una tela a ricordare ai suoi devoti che tre giorni prima della morte li avviserà in sogno. Giganteggia in un'altra tela (di Giovanni Stefano Caramia)  la figura di san Michele Arcangelo mentre  consegna un'anima defunta alla Madonna della Grazia.

E poi, storie di vivi che si auto seppellivano, aspettando la morte in un cimitero urbano nell'area della Basilica di San Martino,  e storie di quell'universo di "piccolo popolo" animato  da u Munachìdde, a Jurie, u Spirde, u Nannùrche e u Mamone, tutti protagonisti di quel mondo occulto che abitavano case e luoghi, generando terrore e incubi notturni. Un percorso per rispolverare e dare risalto al folclore popolare più autentico intorno alla commemorazione dei Morti, lontano, per fortuna, dal gusto kitsch diffuso dalla tradizione giunta da oltreoceano, che ha popolato le strade  la notte del 31 ottobre con pseudo-paurosi morti viventi.



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