La perla barocca indiscussa della Murgia dei Trulli è Martina Franca che sorge a 431 metri sul livello del mare, quasi sempre accarezzata dai venti, stante la città a metà strada tra le due coste ionica e adriatica.
Giunti in Piazza XX Settembre, lo Stradone per i martinesi, ecco che appare scenografica la Porta di Santo Stefano (XVIII secolo), un vero arco trionfale che celebra il patrono di Martina, san Martino, la cui statua equestre sembra che vegli sui cittadini dall'alto del fastigio. Superata la Porta si apre alla vista il salotto della città, Piazza Roma, dall'irregolare pianta trapezoidale, con tutte le architetture ruotanti intorno alla centrale Fontana dei Delfini.
Domina la piazza l'imponente mole del Palazzo Ducale, ex-residenza dei duchi Caracciolo oggi sede municipale, edificato nelle parti stilisticamente più interessanti tra '600 e '700. Sulla cui facciata troneggia il portale di ordine gigante e la balconata in ferro battuto a petto d'oca che scorre lungo tutto il Piano Nobile. Al piano Nobile si possono ammirare le stanze del Mito, dell'Arcadia e della Bibbia, con le pareti istoriate con tempere realizzate dal pittore Domenico Carella, di Francavilla Fontana, nella seconda metà del Settecento. La costruzione del Palazzo Ducale stimolò indubbiamente l'alta committenza locale ad imitare nelle forme architettoniche le proprie dimore, che in alcuni casi superarono in bellezza artistica il primo, come nel caso del Palazzo Martucci, sito anch'esso in Piazza Roma.
Da via Vittorio Emanuele si prosegue per giungere fino al cuore del centro storico dove si è accolti da due piazze attigue, Piazza Plebiscito e Piazza Maria Immacolata. Sulla prima svetta la vertiginosa facciata della Basilica di San Martino, riedificata nel Settecento sulla preesistente Collegiata romanica, sul cui portale spicca il gruppo scultoreo (altorilievo) di san Martino e il poverello. All'interno, tra le altre opere artistiche, si eleva monumentale l'altare centrale in marmi policromi che contiene nella nicchia la statua lapidea di san Martino di Tours dello scultore Stefano da Putignano, artista del rinascimento pugliese di cui si ammira anche il gruppo scultoreo del Presepe, nella cappella della Natività della stessa basilica; ai lati della Santo, sempre sull'altare ci sono le settecentesche statue-allegoria della Carità e dell'Abbondanza, ha attribuite al noto scultore Giuseppe Sammartino, come il volto Santo sun un altare del transetto. dove si trova anche un Cristo alla Colonna, dell'artista salentino Genovini; la Madonna Pastorella, nella nicchia a sinistra dell'Altare Maggiore, un'opera lignea molto scenografica che s'inserisce nel clima della cultura arcadica diffuso nel Settecento a Martina; il Cenacolo di Domenico Carella, dipinto a olio su tela collocato sull'altare della cappella del Santissimo Sacramento; le statue, infine, di san Martino e di santa Comasia (compatrona della città), custodite in una nicchia sul lato destro dell'Altare maggiore, insieme al Tesoro della Basilica, opere dell'artista campano De Blasio, realizzate in argento fuso, sbalzato, cesellato e bulinato con dorature. In Piazza Plebiscito si ammirano anche il Palazzo Università (ex municipio) e la Torre Civica, entrambi monumenti coevi alla chiesa.
Da Piazza Maria Immacolata, elegantemente neoclassica, si scende per Via Cavour, lastricata da pietre laviche che rendono più austeri i palazzi gentilizi che si susseguono, Palazzo Fanelli, ora Torricella, Palazzo Magli, ora Blasi, Palazzo Casavola, ora Motolese e Palazzo Maggi, difronte alla chiesetta medievale di San Pietro dei Greci, centro religioso preesistente alla fondazione angioina della città. Questi sono solo alcuni dei tanti Palazzi fatti edificare dalla borghesia terriera locale che, nel Settecento soprattutto, diedero un'impronta più raffinata alla città, grazie ad decorativismo rococò, fatto che distinse nettamente Martina Franca dalle altre città della Murgia dei Trulli.
Dalla stessa Piazza Maria Immacolata possono diramarsi altri percorsi. Per esempio, superata via Garibaldi da via Principe Umberto si va alla chiesa di San Domenico resa preziosa sulla facciata rococò dalla pietra calcarea, dorata dal tempo. Nell'attiguo chiostro si conservano gli archi a sesto acuto del primitivo complesso conventuale medievale. Proseguendo per via Principe Umberto si supera l'imponente complesso monastico delle ex Agostiniane (Le Monacelle), dove conviene visitare un gioiello di chiesa, Santa Maria della Misericordia. Oltre si raggiunge la Porta Santa Maria o del Carmine perché vicina al complesso conventuale della Chiesa del Carmine, extramoenia, un alto esempio di architettura sacra rococò della Martina settecentesca.
Difronte alla chiesa del Carmine si ammira la Torre delle Seti, una delle torri circolari angioine, costeggiando la quale si rientra nella città vecchia. Qui si è immersi nelle pieghe della parte più antica della città, dove nel XIII secolo sorgeva il castrum Martinae, forse una piccolo castello o torre con qualche casa intorno nell'area dell'attuale Vico Montedoro. Non distante è possibile ammirare la chiesetta di San Nicola di Montedoro, fulcro religioso di un'altro casale greco risalente al XIII secolo. Nella chiesetta, dall'interessante struttura architettonica, si conservano tempere sulle parerti raffiguranti Santi cari alla religiosità popolare.
Da San Nicola, seguendo un tratto viario articolato, si può raggiungere via Garibaldi, oltrepassare i portici di piazza Maria Immacolata e scendere da via Paolo Chiara per raggiungere il caratteristico quartiere La Lama, un'originaria depressione carsica e paludosa, poi bonificata e popolata. La Lama è un quartiere della città vecchia di Martina Franca che presenta l'aspetto tipico dei centrti storici delle altre città della Murgia dei Trulli, meno popolose e appariscenti di Martina Franca. Strade tortuose e gnostre (i cortili), tetti a pignon, scalette e ballatoi che s'incastrano, dove il bianco della calce riflette una luce accecante e rimanda ai paesaggi urbani sparsi nel Mediterraneo.
Dalla Lama conviene immettersi di nuovo nella città vecchia, seguendo la omonima via, poi via B. Cenci, Largo Buonarrotto e Via Capponi dove è sito il convento delle Monache Grandi, ex agostiniane, con la chiesa di Santa Maria della Purità, al cui interno, dalle preziose linee rococò, è possibile ammirare L'apparizione della Vergine ai santi Agostino e Monica, tela di De Matteis, tra i più importanti pittori del regno di Napoli tra il Seicento e i Settecento. Del complesso conventuale è interessante lo scenografico belvedere, ornato da da una balaustra traforata, da statue di angeli e da fiaccole litiche.
Martina è tutto questo e altro, e anche accoglienza e buona cucina, è musica aulica e tradizioni religiose.
Durata: 3 ore..
Su richiesta è possibile prenotare una degustazione finale di prodotti locali.
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