Il nome suggerisce la forma circolare del centro storico ben visibile quando, a Locorotondo, si giunge dalla Valle d’Itria percorrendo la Statale dei Trulli provenendo da Martina Franca.
Il paese corona la collina con la sua schiera di case compatte con tetti spioventi molto aguzzi, che sembrano ridisegnare l’antica cinta muraria. Svettano la cupola e il campanile della chiesa Madre dedicata a san Giorgio.
Proprio il culto per san Giorgio ci riporta indietro nel tempo di mille anni circa quando il territorio di Locorotondo era feudo dell’abbazia di Santo Stefano, un sito monastico benedettino sul litorale monopolitano fondato dal normanno Goffredo d’Altavilla, allora conte di Conversano. Con un Privilegio il conte concesse ai Benedettini torri, masserie e casali; tra i casali vi era quello di San Giorgio. Vi erano poche case e una chiesa dedicata al Santo, più o meno nel sito dove sorge l’attuale chiesa Madre. Fonti del XII secolo documentano un locus qui dicitur rotondus, anche locus rotondus che qualche secolo dopo diventò loco rotundo, tutti toponimi che già evidenziavano un abitato con la caratteristica delle case disposte perifericamente in sequenza tondeggiante.
Nel XIV secolo il feudo di Locorotondo passò ai Cavalieri di Malta mentre i secoli a seguire furono segnati dai vari passaggi di potere a più casate, fino ai Caracciolo, i duchi di Martina Franca, che governarono fino alla fine del feudalesimo. Mura di cinta e castello non sono più esistenti; due colonne ricordano la vecchia Porta Napoli a est, accesso di rappresentanza nel centro storico, mentre a ovest del borgo antico esiste ancora Porta Nuova. Il centro storico è dominato dalla tipica architettura popolare dei paesi della Murgia dei Trulli, tinteggiata dal latte di calce che crea, specialmente nei giorni assolati, forti giochi chiaroscurali.
Con lo sguardo in alto si scorgono ovunque le cummerse, ossia i tetti a due spioventi coperti con le chiancarelle calcaree, le stesse dei coni dei trulli. Anche questa tipologia di tetti è tipica di tutta la Murgia, ma a Locorotondo essi sono particolarmente aguzzi tanto da ricordare profili architettonici del nord Europa. Si rimane stupefatti per la cura che gli abitanti hanno per la città; ovunque, nel centro storico, balconi e terrazzi fioriti, ogni anziana donna ripete l’antico rito di lavare oltre la propria casa anche il tratto di strada antistante, segno di amore per il luogo e di accoglienza verso il visitatore. Viuzze che s’intersecano e s’incrociano in piccoli slarghi e percorsi che, a sorpresa, si aprono con affacci sull’incantevole Valle d’Itria.
Al
santo Patrono san Giorgio è dedicata
la bella chiesa in stile neoclassico, nel cui timpano campeggia la statua equestre del Santo. La festa sacra più sentita è, però, quella dedicata al
santo protettore Rocco a cui è dedicata una chiesa in stile neoclassico. Il culto di san Rocco si diffuse sulla Murgia dei Trulli nel XVII secolo perché, per tradizione, protesse gli abitanti delle città e del contado da un’epidemia di peste. Per questo ora il Santo è il Protettore di tanti centri urbani. A Locorotondo san Rocco si festeggia solennemente a metà agosto. Il 16 agosto di ogni anno si rinnova
lo spettacolo dei fuochi di san Rocco, che attira visitatori da tutto il mondo. La gara tra fuochisti è resa particolarmente suggestiva perché si svolge nella Valle d’Itria ai piedi del paese antico, offrendo la vista dello spettacolo pirotecnico a tutti i paesi limitrofi.