Valle d'Itria

La Chiesa di San Francesco d'Assisi a Martina Franca


I Conventuali francescani tornarono a Martina nel 1680 e ottennero dall'arcivescovo di Taranto l'autorizzazione a fondare un ospizio, premessa per la conseguente edificazione di un convento e una chiesa, le cui architetture furono consone al cambiamento architettonico che la Martina del Seicento stava attuando con l'affermazione dello stile artistico barocco. 

A Martina Franca  tra il 1473 e il 1545 si insediarono le tre grandi famiglie autonome del primo Ordine di San Francesco d'Assisi: i Conventuali nella chiesa rurale dei SS Filippo e Giacomo, gli Osservanti nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie sostituiti poi dai Frati Minori ( nell'Ottocento la chiesa fu dedicata a sant'Antonio da Padova e rimaneggiata ) e i Cappuccini, nel sito di Santa Maria d'Itria in Valle d'Itria,  dove poi edificarono la chiesa dell'Assunta.

In particolare è stata incisiva sul tessuto sociale, culturale  e religioso di Martina Franca la presenza dei Frati Conventuali (i Francescani neri). La loro azione pastorale si esplica in due momenti: il primo dal 1473 al 1653, poi costretti ad andare via. L'ordine ritorna a Martina nel 1680 per stanziarsi stabilmente fino alla soppressione murattiana del loro convento nel 1809.

Simboli architettonici della presenza dei Conventuali a Martina sono la chiesa di San Francesco d'Assisi, quella grande, e l'oratorio della Confraternita di Sant'Antonio da Padova, la chiesa di basso.

I primi Conventuali a Martina, giunti nella seconda metà del XV secolo, si insediarono nella campagna sul versante martinese che degrada sull'attuale Valle d'Itria, tra l'antica chiesa suburbana dello Spirito Santo e la chiesa di Santa Maria della Grazia, ora strada provinciale per  Cisternino.  In questo sito ai frati gli fu donata la già esistente chiesa dei Ss Filippo e Giacomo con annessi terreni. Qui essi edificarono un piccolo convento e riedificarono la chiesa. Dopo due secoli circa,  con la bolla papale  del 1652 instaurande regularis disciplinae  sull'estinzione di piccole case religiose il convento fu soppresso  per ordine dell'Arcivescovo di Taranto Tommaso Caracciolo, con decreto del 16 maggio del 1653, perché in esso vi risiedevano pochissimi frati. La chiesa e il convento quattrocenteschi furono completamente demoliti e i frati mandati altrove.  Una testimonianza di quel sito conventuale  la si vede oggi nell'ex-monastero delle Agostiniane a Martina ( le Monache Grandi ) nella città vecchia, dove nel chiostro è murata una epigrafe erratica forse da lì proveniente. I proventi di quell'antico convento, infatti, dopo la soppressione furono donati all'erigendo monastero delle agostiniane nel 1653.

L'operato ininterrotto per duecento anni dei Conventuali a Martina, i primi a diffondere in ordine di tempo il francescanesimo in loco, fu molto rimpianto dai cittadini; fu anche una ferita molto grave per l'Ordine che vide uscire indenne dal provvedimento pontificio invece  le altre due famiglie minoritiche insediate in città, i Riformati e i Cappuccini.
Fortemente voluti dai martinesi e grazie alla tenacia dell'Ordine Francescano Conventuale provinciale, i Conventuali tornarono a Martina nel 1680, quando il 3 febbraio ottennero dall'arcivescovo di Taranto Tommaso de Sarria l'autorizzazione a fondare un ospizio, premessa per la conseguente edificazione di un convento e una chiesa, le cui architetture furono consone al cambiamento architettonico che la Martina del Seicento stava attuando con l'affermazione dello stile artistico barocco. Soprattutto,  i frati propagarono il culto per la Vergine, per San Francesco d'Assisi e per Sant'Antonio da Padova. La chiesa e il Convento di San Francesco d'Assisi a Martina Franca furono dunque edificati tra il XVII e XVIII secolo, su un suolo pubblico  a ridosso delle mura della città assegnato dall'Università di Martina difronte alla porta di San Nicola (distante 74 metri) , un tempo l'accesso più importante nella città. Il luogo, che affacciava su una depressione paludosa detta Votano, era, infatti, inutilizzabile per fini agricoli. Tra il 1680 e il 1683 erano già stati edificati il primo ordine del Convento, ordine di basso,  e la chiesa inferiore, chiesa di basso, che divenne in seguito l'oratorio della Confraternita laicale di Sant'Antonio da Padova. Fino al 1719 i Frati Minori Conventuali avevano già terminato i lavori della chiesa superiore e del convento. Tutto il complesso architettonico fu opera di un'architetto rimasto anonimo, probabilmente un padre conventuale forestiero, come si legge nella platea del 1719.

La facciata della chiesa
Lasciando la città vecchia di Martina Franca, se si esce dalla Porta di San Nicola la chiesa di San Francesco d'Assisi chiude l'ampia prospettiva della Piazza Mario Pagano. Orientata a est la facciata è suddivisa in due ordini. Più ricco di elementi decorativi è quello inferiore, scandito da quattro lesene tra cui sono inserite due nicchie con cornici a rilievo. Il portale è classicheggiante ricostruito anche con elementi decorativi di riporto provenienti dal convento francescano demolito; esso  presenta una trabeazione sostenuta da due eleganti colonne scanalate e chiuso al vertice con un frontone spezzato in cui è inserita un'altra nicchia che contiene la statua litica dell'Immacolata, la protettrice di tutte le comunità francescane; nella nicchia di sinistra c'è la statua di san Francesco d'Assisi e in quella di destra di sant'Antonio da Padova, entrambe litiche. Le quattro lesene sono prolungate sull'ordine superiore che sostanzialmente è meno decorato del primo, con un finestrone centrale e termina con un coronamento  in stile rocaille. In realtà il secondo ordine della facciata è visivamente sproporzionato al primo poiché fu ricostruito dopo l'uragano del 1852 che si abbatté sulla chiesa. La Confraternita di Sant'Antonio da Padova fece ricostruire la parte superiore della chiesa facendo ridurre l'altezza per evitare che si ripetesse l'inconveniente in seguito ad altre calamità naturali. Per questo motivo l'ordine superiore presenta decorazioni più semplici e in linea con il neoclassicismo.

L'interno della chiesa
All'interno della chiesa di San Francesco d'Assisi lo sguardo è subito rapito dagli otto scenografici altari del primo Settecento, quattro per lato, che arricchiscono l'unica navata.  Con questi altari approda a Martina Franca l'esuberanza del barocco leccese, visibile anche nei due altari coevi di San Michele e della Madonna di Costantinopoli realizzati nella chiesa di San Francesco da Paola, sempre a Martina Franca.  L'elemento dominante è la colonna salomonica o tortile, che nella vicina Lecce si era affermata negli altari della chiesa di Sant'Irene. Qualche decennio dopo, nel 1775,  il duca di Martina Franca Francesco III Caracciolo fece ampliare il Palazzo Ducale e  fu costruito un portale di accesso al grande salone dell'ala sud dal tipico gusto artistico leccese, con le colonne tortili.
Gli altari della Chiesa di San Francesco di Assisi sono ridondanti di elementi decorativi. In un moto ascensionale  sui fusti tortili si avvolgono elaborati tralci vegetali e figure di angeli che spesso approdano al "tutto tondo". Si riscontrano tutti i temi cari al barocco: chiaroscuro, movimento, linea curva, esuberanza espressiva e, soprattutto,  pregnanza di significati. I misteri della Passione, della Trinità, della glorificazione dei Santi, rimandi al Vecchio e Nuovo testamento e altre simbologie, tutto rivive nella pietra scolpita che non lascia spazi vuoti. Si segnalano in particolare l'altare dedicato all'Immacolata, le cui immagini scolpite sono un rimando al Cantico dei Cantici, e l'altare dedicato a San Francesco che ha un eslpicito rimando all'Apocalisse di San Giovanni.

L'altare maggiore, dedicato al Santissimo Sacramento, fu completamente demolito in maniera sconsiderata e ricostruito alla fine dell'Ottocento. Ornamenti distrutti e statue sparite. L'intento era di creare un presbiterio molto più ampio e per farlo fu eliminato anche l'originario coro.

Per saperne di più: G. Liuzzi, I frati conventuali a Martina Franca e la Confraternita di sant'Antonio da Padova, Martina Franca 1996.

Interessante anche il saggio di P. Marinò Chiesa di San francesco d'Assisi - Il tripudio della colonna toritile, contenuto nel libro Martina Barocca e Rococò, di Piero Marinò (2015), ricco di bellissime foto.



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