Vivere il Natale attraverso l'arte è una delle esperienze che in Valle d'Itria e dintorni si può effettuare girando per presepi artistici. Nello specifico si consigliano quelli di Stefano da Putignano (XV-XVI secolo), scultore pugliese che ha dedicato molto del suo operato all'arte presepiale realizzando numerose opere in Puglia e nella confinante Basilicata.
I Presepi di Stefano da Putignano si riconoscono per lo stile carico di un realismo mimetico con cui la santità dei personaggi viene umanizzata. Santi e Madonne non idealizzati ma popolani, non esseri divini di cui si ha soggezione ma umili tra gli umili. L'umiltà è insita nelle sculture se si considera che i maggiori committenti furono gli Ordini Mendicanti e il clero minore. I Soggetti sacri dei presepi di Stefano da Putignano rifuggono da pose rigide e ieratiche che si riscontrano in altri ambiti scultorei coevi di altri artisti; le statue litiche, dal tufo al calcare più duro, sono vivacemente policromate, particolare che ne accentua il realismo. Figure tozze, possenti e a tutto tondo, che non perdono la loro efficacia artistica anche se isolate dal contesto presepiale, come il san Giuseppe esposto nella chiesa Matrice di Miglionico, nel materano.
In Puglia il presepe più importante realizzato da Stefano da Putignano è quello esposto nella ex-cattedrale di Polignano a Mare, nella cappella del campanile, un presepe realizzato nel 1503 dallo scultore, ora Monumento Nazionale. Il gruppo scultoreo purtroppo è giunto privo di pezzi e alterato nei colori, poiché palesemente è stato ridipinto con il beverone che nel tempo ne ha alterato la lucentezza rendendo quasi uniforme il colore. Si tratta di una delle opere più pregevoli dello scultore, sui cui personaggi si riscontra notevolmente la ricerca mimetica del reale, reso molto dalla foggia degli abiti e dalle espressioni dei volti, una fossetta su quello di Maria e rugoso quello di Giuseppe. Dalla cintura che cinge la veste di san Giuseppe pendono gli attrezzi da falegname. Oltre alla Sacra Famiglia rimangono la mangiatoia in giunco intrecciato, due angeli inginocchiati che forse reggevano strumenti musicali, un angelo reggi torcia, un palafreniere e frammenti di un rilievo che raffigura Gasparre a cavallo.
Più modesto nelle dimensioni è il Presepe esposto sulla mensa dell'altare della cappella della Natività di Gesù nella Basilica di San Martino a Martina Franca. Il Bambinello non è l'originale e quello esposto nella mangiatoia è ligneo e realizzato nell'Ottocento . La mangiatoia emerge a rilievo dal muro di fondo come il bue e l'asinello. San Giuseppe è inginocchiato con il mento appoggiato sul palmo della mano destra che sembra meditare, una posa del santo diffusa fin dal IV secolo d.C. nella scultura. La Vergine è adorante con le mani giunte e ai lati ci sono due angioletti che reggono i ceri. La storica dell'arte Clara Gelao desume dalla posa delle statue genitoriali, schiacciate e poco plastiche, che forse erano destinate a essere osservate come se fossero degli altorilievi, una vista frontale. Fa da sfondo al Presepe un dipinto murale a tempera eseguito da Pietro Cataldo Mauro che raffigura l'Adorazione dei Pastori (1777).
Un altro Presepe monumentale di Stefano da Putignano si può ammirare a Grottaglie nella Chiesa di Santa Maria del Carmine, realizzato molti anni dopo. In questo caso ad accogliere il Presepe è una grotta, elemento ricorrente nei Presepi del Cinquecento in Puglia e certamente un omaggio alla stessa terra carsica in cui lo scultore lavorò. La Vergine ha dei caratteri più ieratici che rimandano alla sua natura divina, mentre in Giuseppe, calvo, è evidenziata la sua tarda età, una iconografia ricorrente in altre statue del Santo a opera dello scultore putignanese, come ricorrente è anche il Bambinello paffuto e sorridente, proprio come quello di Grottaglie. Il gruppo scultoreo è disposto secondo una rigida assialità, che già era stata anticipata lievemente dal Presepe di Martina Franca, lontani entrambi dalle figure a tutto tondo del Presepe di Polignano a Mare. Una composizione ricca di personaggi quella di Grottaglie con il bue, l'asinello, la mangiatoia di vimini, angeli che reggono cartigli, angeli musicanti, anche un pastore con gli abiti tradizionali e uno zampognaro, figure onnipresenti in tutti i presepi dell'Italia centro-meridionale. Si rivela in questo Presepe una minuzia di particolari realizzata con maestria, espressa nelle vesti dei personaggi, nelle pelli degli animali e negli oggetti, accentuata da una policromia (forse non più quella originale) che rende molto vivace la composizione.
Per approfondire l'argomento si consiglia di leggere il bellissimo libro dal titolo "Il presepe pugliese - arte e folklore" scritto da Clara Gelao e Bianca Tragni - 1992