Antichi villaggi sparsi in Valle d'Itria, popolati da trulli di tutte le forme e dimensioni, abbandonate o luoghi residenziali e ricercati dai visitatori, le Contrade sono un capitolo affascinante di questa magica terra.
Le Contrade della Valle d'Itria sono aggregazioni demiche rurali molto interessanti le cui architetture e le forme di vita comunitaria in esse tramandatesi contribuiscono a rendere eccezionale quest'area geografica della Puglia. Alla loro origine ci sono fattori verificatisi soprattutto nell'Ottocento che favorirono nella Murgia dei Trulli, e in valle d'itria in particolare, la pratica della vitivinicoltura in forme estese. Fino a quel momento l'agricoltura era stata dominata dalle masserie, aziende agricole e silvo-pastorali che stavano vivendo un'irreversibile crisi economica accentuata dal sopraggiungere di grano americano a basso costo sui mercati europei.
Negli stessi decenni si diffusero malattie della vite come lo ioidio e parassiti come la fillossera rispettivamente in altre regioni d'Italia e in Francia, producendo una forte richiesta dei vini pugliesi. Mors tua vita mea, per dirla alla latina, perché fu allora che, sulla Murgia dei Trulli, il ceto agrario cavalcò la crisi altrui e per salvare dall'inevitabile abbandono molti terreni impiegati nella cerealicoltua li convertì in vigneti. Furono frammezzati i latifondi in lotti assegnati a famiglie di coloni regolarizzando il lavoro con i contratti di enfiteusi. Fu allora che chilometri di vigneti invasero la Valle d'Itria che fu popolata in maniera stanziale; ogni vigneto ebbe il suo palmento, l'impianto di vinificazione, e il trullo dimora permanente del contadino.
Fu allora che accanto a forme di popolamento sparso in trulli isolati si diffusero piccole comunità costituite da pochi nuclei familiari imparentati, che vissero in trulli formando villaggi, le primitive Contrade, con i servizi in comune, forni, palmenti, aie e cisterne. A figli e discendenti di vario grado venivano destinate le nuove costruzioni a trullo, edificate sfruttando i muri delle preesistenti, risparmiando così fatica e materiale edile. Nel tempo i villaggi, germinando, assunsero spesso delle forme circolari, definendo uno spiazzo interno simbolo fisico della comunità (nel dialetto di Locorotondo chiamato iazzile ).
Non vi erano in queste forme del vivere insieme differenze sociali, non vi erano padroni e servitori, come nelle masserie continuarono a esistere oltre l'eversione feudale. Vi erano semplicemente uomini che insieme, con tenacia e pragmatismo, realizzarono una rivoluzione agraria e paesaggistica del territorio.