La Murgia sud-est nel 1908 fu ribattezzata dal geografo carlo Maranelli Murgia dei Trulli, per l'eccezzionale concentrazione delle tipiche architetture in pietra pugliesi.
Geograficamente condivisa dalle Provincie di Bari, Brindisi e Taranto la Murgia sudorientale, o Bassa Murgia, nel 1908 fu ribattezzata dal geografo Carlo Maranelli con il toponimo "Murgia dei Trulli". Egli visitando il luogo, il cui cuore è la la Valle d'Itria constatò, infatti, una considerevole concentrazione di trulli rispetto al resto della Puglia. Il paesaggio, tra i più pittoreschi della regione, mostra tutti i segni di una lunga antropizzazione segnata dalla graduale appropriazione delle terre da parte di feudatari e baroni, usurpazione e chiusura di demani comunali che, nella seconda metà del Settecento, fu accentuata sensibilmente dalla borghesia terriera locale.
Neppure le leggi eversive sulla feudalità agli inizi dell'Ottocento ostacolarono tali soprusi ai danni delle masse popolari. Effetto ne fu che il latifondo dominò il paesaggio con un'economia prevalentemente silvo-agricolo-pastorale che si amministrava nelle masserie, aziende rurali a conduzione familiare e residenze estive di pregio architettonico delle borghesie locali. Dalla fine del Settecento, e soprattutto nell'Ottocento, si diffuse la vitivinicoltura in loco, grazie anche alle crisi di mercati esteri e nazionali. Fu in quei secoli che nel luogo furono costruite migliaia di casedde in cui abitarono stanzialmente i contadini. Paesaggi rurali meravigliosi e paesaggi urbani molto pittoreschi, sono le caratteristiche che incantano i visitatori della Murgia dei Trulli, ricca di città d'arte, alcune di remote origini, ma perlopiù tutte fondate nel medioevo, di cui spesso conservano rilevanti tracce architettoniche.
Il Seicento e Settecento furono invece i secoli di grandi trasformazioni architettoniche, che cambiarono le fisionomie delle città murgiane. Ad accomunare tutti i centri abitati della Murgia dei Trulli è, indubbiamente, un'architettura popolare cosiddetta spontanea, espressa magistralmente mediante sapienti incastri architettonici, modellati su una non facile morfologia del territorio caratterizzato talvolta da ripidi saliscendi. Città bianche, dove il latte di calce copre tutte le abitazioni, popolari e signorili, lasciando in pietra solo gli ornati. Anche il prezioso latte di calce è prodotto dall'inesauribile pietra del territorio, da cui tutto sembra essere partorito.