Il nome della festa La pasca tli polomme è in riferimento ai dolci tipici di questa ricorrenza, i palomme, dolci di pasta frolla a forma di colomba con l'uovo sodo dentro.
Alla festa arrivavano da tutti i paesi limitrofi a Grottaglie, da Martina Franca, da Villa Castelli, da Montemesola. Si giungeva con i carretti trainati da cavalli, muli, asini; c'è chi raggiungeva il santuario a piedi da pellegrino per per chiedere la grazia alla Madonna della Mutata. Questi e altri sono i ricordi di tanti anziani che fino a qualche decennio fa si muovevano con la famiglia per andare alla festa della Pasca tli palomme (la Pasqua dei colombi), anche Pascaredda tli vurtagghise (La Pasquetta dei grottagliesi), una sorta di Pasquetta per i grottagliesi che si svolgeva, e si svolge, nella bella chiesa affidata ai Padri Minimi di Grottaglie, La Madonna della Mutata, elevata a Santuario Mariano della città con un decreto dell'arcivescovo Mons. Ferdinando Bernardi del 1 aprile 1954.
La festa era ed è sempre alla Domenica in albis, ossia la domenica dopo la Pasqua cristiana. A Grottaglie la Madonna della Mutata è una compatrona della città, gli altri patroni sono San Francesco De Geronimo e San Ciro. La Pasca tli palomme ogni anno è scandita da vari appuntamenti. La Pro Loco di Grottaglie organizza pellegrinaggi e visite guidate al santuario, si organizzano giri in bicicletta da Grottaglie al Santuario e anche incontri tematici di approfondimento sulla tradizione e sulla chiesa. Come da tradizione, in loco sono presenti bancarelle, prodotti tipici locali da forno, le palomme, e del buon vino. Un evento adatto a persone di ogni età, volto alla rivalutazione del passato. Il pomeriggio arrivano ogni anno anche cantori di musica popolare con i musicisti. Con essi si forma una ronda, ossia un cerchio di suonatori di mandolino, organetto, chitarre e tanti tamburelli, che intona canti in onore della Madonna. La ronda si riempie di ballerini di pizzica pizzica e altri balli folk, per questo giungono anche alcuni artigiani che fabbricano tamburelli e cupa cupa.
Il nome della festa, La pasca tli polomme, è in riferimento ai dolci tipici di questa ricorrenza, i palomme. Si tratta di dolci di pasta frolla a forma di colomba con l'uovo sodo dentro. Ci sono anche altri due dolci che si preparano, i puddichi cu l'oi e le scarcedde. I primi sono taralli di pan pepato con l'uovo sodo incastrato dentro; le scarcedde (dal latino medievale scarsella, borsa) sono a forma di borse sempre di pan pepato con l'uovo sodo. L'uovo è simbolo di rinascita è ciò fa supporre che la festa possa discendere da rituali pagani dedicati alla rinascita primaverile. L'uovo sodo in particolare rimanda anche alle tavole imbandite nella sera della Pesach, la Pasqua ebraica, che si consuma insieme ad altri cibi. L'uovo sodo per l'ebraismo è il primo cibo che si offre a chi è in lutto perché esso è simbolo della vita che si appresta a nascere, pertanto si oppone alla morte, tema pasquale. Non avendo l'uovo spigoli, infatti, non ha né un inizio né una fine, quindi esso simboleggia la ciclicità della vita. Si muore e si rinasce continuamente.
Questa influenza culturale ebraica potrebbe essere stata radicata in loco dalla comunità di ebrei che, nel X secolo scampata all'incendio e all'eccidio di Oria, città vicina, si insediò nel territorio di Grottaglie nella Gravina del Fullonese, toponimo che deriva da fullone, conciapelli, tintore, che era l'attività della comunità.