Valle d'Itria

Ostuni, lo sguardo sul Mediterraneo


Perdersi nella trama labirintica della città vecchia di Ostuni è una meravigliosa avventura. Stradine, scale, ballatoi, piazzette e affacci sulla sconfinata Piana degli Ulivi...e tutto sembra generato dalla possente roccia.

Il salotto urbano di Ostuni è senza dubbio l'attuale Piazza della Libertà un tempo denominata Piazza San Francesco. La piazza fu risistemata dopo il 1861 su volere del sindaco Tanzarella e di un gruppo di illustri cittadini che, in omaggio all'Unità d'Italia e soprattutto alla conquistata libertà dall'oppressione straniera in Meridione durata secoli, vollero alla Libertà intitolare la rinnovata piazza. Tre gli architetti che progettarono i lavori, facendo demolire edifici e monumenti antichi. Fu riproposta in chiave neoclassica la facciata del  del convento francescano (ora Palazzo di Città). ristrutturando anche il chiostro che divenne piazza coperta. Fu riprogettata anche la  facciata dell'attigua chiesa francescana, dove tuttavia lo stile rococò s'impose finemente, nonostante i mutamenti artistici sopravvenuti. Neoclassico, infatti,  divenne tutto il contesto intorno, compreso il  monumentale Palazzo Maresco progettato dall'architetto Ciracì. Nella  piazza è  un sito archeologico con i resti  di una delle torri che delimitavano la città nel XVI secolo, quella  pertinente alla Porta del Ponte demolita nell'Ottocento. Sono visibili  anche i resti dell'antico abitato messapico.

In continuum questo ampio spazio urbano si dilunga con Piazza Sant'Oronzo dominata dalla guglia settecentesca che celebra il santo Protettore di Ostuni, con una statua benedicente sulla sommità. Alle spalle della guglia su una collinetta, salendo per Via Roma,  appare la bella Chiesa di Santo Spirito col suo ornatissimo portale rinascimentale nella cui lunetta si ammira una Dormitio Virginis. Da Piazza della Libertà si può imboccare Via Cattedrale per visitare l'intricato e labirintico centro storico, con i suoi ripidi saliscendi attenuati dalle tante scale di raccordo. Meglio se accompagnati da guide esperte che possono offrire una serie di itinerari tematici grazie anche alla ricchezza storica e artistica presente nella città vecchia. Sulla Via Cattedrale salendo s'incontrano a sinistra l'ex Universitas (Palazzo di Governo, modesto nella costruzione) e poi Ayroldi ex-Zevallos,  la residenza dei duchi di Ostuni e di seguito il bel palazzo Siccoda caratterizzato dai tre portali rinascimentali con epigrafi in latino.

Proseguendo più su a destra si può continuare per Via Bixio Continelli con i suoi tanti e lunghi archi di passaggio dai profili ogivali, che proiettano in una dimensione temporale passata, accentuata dall'assenza di automobili. Lungo il percorso s'incontra il Palazzo Trinchera col suo bel portale sovrastato da un'ampia arcata che rende luminosa la facciata altrimenti condizionata dallo spazio angusto. Al numero civico 84 il Palazzo Petrarolo con il particolare stemma familiare incastonato nella facciata, al numero 86 il portale gotico della Chiesa di San Giacomo di Compostela in cui lavorarono per il corredo pittorico maestranze venute da Galatina, le stesse della meravigliosa Chiesa di Santa Caterina. Quegli affreschi giacciono ora sotto gli intonaci, mentre durante i lavori di consolidamento delle mura cittadine furono portate a vista nella zona absidale una monofora e le colonne ai lati dell'altare, visibili ora anche in un giro extramoenia della città, in Viale Oronzo Quaranta all'incrocio con via Francesco Vitale.

Subito dopo la Chiesa di San Giacomo a sinistra si risale la collina seguendo un tortuoso percorso di scale che ritorna in Via Cattedrale trovandosi dinnanzi alla bella facciata rococò della Chiesa di San Vito Martire (1750-1752), nota anche come "Monacelle", la cui edificazione comportò l'abbattimento di monumenti medievali, tra cui la preesistente chiesa di San Vito. La chiesa, edificata da maestranze locali, inaugura l'inizio della stagione rococò ostunese.  Annesso è l'ex monastero di Santa Martia Maddalena dei Pazzi che ospita dal 1989 il Museo delle "Civiltà Preclassiche della Murgia meridionale" dove si possono ammirare reperti preistorici e protostorici  rinvenuti nel territorio di Ostuni, tra cui il calco della sepoltura di Ostuni 1, la gestante con feto che fu rinvenuta nella Grotta di Santa Maria di Agnano, vissuta circa 28.000 anni fa, nel paleolitico Superiore.

Salendo ecco che si giunge in Largo Trinchera,  un tempo il luogo dove si amministrava il potere religioso della città,  quando Ostuni era diocesi. Sul largo affacciano, infatti, la Concattedrale, l'Episcopio e il Palazzo del Seminario, questi ultimi  collegati da un ponte di pietra un tempo in legno. Esso fu rifatto nel XVIII secolo su commissione del vescovo Scoppa, a forma di arco ed è una sorta di galleria che prende il nome di Arco Scoppa, dal committente. Qui giunti il vero incanto è la Concattedrale di Ostuni (monumento nazionale), un gioiello di architettura sacra dedicata all'Assunta. Il quattrocentesco tempio, in pietra bruno-rosata lavorata finemente in stile gotico fiorito, presenta una raffinata facciata tripartita da esili lesene, con tre portali in asse con i tre rosoni di cui il centrale è particolarmente interessante per decori scultorei. Il timpano è segnato da curve e controcurve che richiamano influenze artistiche dalmate e veneziane, con i profili decorati da archetti pensili e da mensole a figure umane e animali. Nella lunetta del portale centrale è scolpita la Vergine con il Bambino seduta in trono invocata dal vescovo Arpone in ginocchio, invocazione riportata nell'epigrafe laterale. All'interno, trinavato, del periodo gotico rimangono alcuni capitelli e residui di affreschi a destra della controfacciata. D'effetto tra gli interventi di epoca barocca e rococò sono le tele dei soffitti della navata centrale e del transetto; nel XVIII secolo furono aggiunti altari riccamente decorati e tipici decori in stucchi.

Da Largo Trinchera, oltrepassato l'Arco Scoppa, con le sue raffinate linee barocche, si prosegue per via Castello, toponimo che ricorda l'antico Castello fatto demolire dalla famiglia Zevallos. A questo punto uno slargo consente una sosta panoramica perché la vista si apre sulla sconfinata Piana degli Ulivi e sulla costa adriatica. Si è nel punto dove un tempo sorgeva il castello medievale che con le mura e le torri formavano la terra, ossia la città fortificata dalle dominazioni angioine e aragonesi. Da qui percorrendo Via Alessandro Petrarolo e scendendo la collina per scale e archi di passaggio ci si può immettere in Via Gaspare Petrarolo e a destra uscire dalla città antica da quella che fu un tempo l'entrata principale, Porta Nova. Scendendo per Via Montegrappa può cominciare un giro extramoenia, seguendo a destra Viale Oronzo Quaranta, una bella passeggiata a piedi che vale la pena compiere. Prima di tutto si può godere di un magnifico paesaggio a sinistra sulla campagna caratterizzato da sterminate coltivazioni di ulivi secolari e millenari, masserie sparse, mentre alle spalle della città bianca il profilo della Murgia che scende scoscesa sulla pianura adriatica. Sul lato destro si segue l'andamento circolare della città medievale, posata su un banco roccioso in cui sembra essere stata plasmata. Sopra la roccia, il tratto rimasto delle mura angioine-aragonesi, interrotte dalle torri che con le due porte ancora esistenti, Porta Nova e Porta San Demetrio con le porte non più esistenti Jusa e Del Ponte, le torri e le mura, formavano il sistema difensivo urbano. L'area sottostante le antiche mura ha restituito grazie alle ricerche archeologiche i reperti della Ostuni messapica, molti dei quali sono ammirabili nel Museo delle Civiltà Preclassiche.

Durata : 2 ore e 30 minuti circa.
Su richiesta è possibile abbinare una degustazione finale di prodotti locali.
Per prenotare scrivere a info@passaturi.it o telefonare a 320.5753268.



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