Valle d'Itria

I Trulli di Puglia


I trulli appaiono nelle campagne isolati e sparsi o raggruppati in villaggi, come in Valle d'Itria, da secoli manufatti in pietra identitari della Puglia.

L'iconografia turistica dei trulli più diffusa corrisponde alle tante immagini di Alberobello, l'unica città di Puglia ad avere come centro storico un villaggio di trulli; il visitatore attento però può scorgere i trulli in tutta la campagna pugliese. Il fatto però che i viaggiatori colti, visitando nei secoli scorsi la Puglia, non abbiano dato ai trulli la dovuta considerazione fa pensare che essi siano stati da loro assimilati alle "specchie agricole", qua e là presenti in diversi campi, oppure che li abbiano ritenuti rozze dimore rurali.

E' alla fine dell'Ottocento che la sensibilità di alcuni studiosi fece sì che delle costruzioni pugliesi in pietra si accorgesse anche il mondo scientifico. Nel tempo, i contributi dell'archeologia e dell'antropologia culturale hanno reso i trulli famosi in tutto il mondo. Oggi la definizione di "architettura in pietra a secco" conferisce dignità ai trulli e a tutta una serie di costruzioni in pietra coeve ad essi, affrancandoli definitivamente da una visione riduttiva circa le tecniche di costruzione. Diversi fattori hanno concorso al reiterarsi del modello edilizio del trullo. Fra essi determinante è stata la natura carsica della Puglia, che si presenta diffusa dal Gargano alle Murge e alla penisola salentina con rocce calcaree di natura carbonatica sedimentate in un mare poco profondo fin dal periodo geologico definito Cretaceo.

Un paesaggio della pietra, dunque, esaltato sapientemente dagli avi contadini nelle varie e molteplici costruzioni, tra cui indubbiamente spiccano i trulli. Essi appaiono isolati e sparsi quelli che nei dialetti pugliesi sono denominati furneddi,pagghiari, chipuri e truddi, rimasti sempre ricoveri stagionali per le attività agricolo-pastorali. Sui rilievi delle Murge, invece, e particolarmente nella sub-regione nota come Murgia dei Trulli, i semplici ricoveri stagionali, nel tempo, sono stati trasformati in abitazioni permanenti che oggi popolano capillarmente questa zona, formando dei veri e propri villaggi di casedde, così chiamati nel dialetto locale.

 



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