Valle d'Itria

La notte delle Fanove a Castellana Grotte - Sabato 11 gennaio


Le fanove di Castellana si inseriscono in un ricco calendario di rituali con falò che si svolgono in tutto il sud Italia e che ricalcano riti di passaggio da una stagione all'altra, praticati delle arcaiche comunità agricolo-pastorali.

Su un colle periferico della città di Castellana Grotte, in Puglia,  sorge il Santuario di  Santa Maria della Vetrana,  patrona della città, nel luogo dove c'era già una chiesa medievale (XIII-XIV secolo) dedicata a Santa Maria Veterana (Santa Maria Antica). Nel 1582 la chiesa, ormai diruta, fu fatta riedificare dal conte di Conversano Adriano Acquaviva d'Aragona perchè dalla Madonna della Vetrana, in seguito alle sue suppliche, ricevette una grazia che salvò la moglie, Isabella Caracciolo, e i figli dal vaiolo.  Adiacente alla chiesa nel 1710 i frati alcantarini cominciarono a edificare un convento e vi si insediarono nel 1714. Nel santuario, di interesse architettonico, si può ammirare l'icona trecentesca della Madonna della Vetrana.

A Santa Maria della Vetrana è legata una leggenda, ormai storia per gli abitanti di Castellana, con la quale si ritorna indietro negli anni, tra il 1690 al il 1692,  quando la terra a sud est di Bari  fu colpita da una forte epidemia di peste che procurò molte vittime.  Le autorità Statali ( era il tempo del viceregno spagnolo) cercarono di arginare il problema con dei cordoni sanitari che isolavano le città , compresa anche la città di Castellana Grotte, dove l'epidemia era giunta già nel 1690.  Fu proprio a Castellana, si racconta,  che nel 1691  a due frati apparve la  Madonna della Vetrana che ordinò loro di ungere con l'olio santo che ardeva ai suoi piedi tutti i castellanesi e di fare dei falò con cui bruciare tutte le vesti e i mobili infettati, come segno di purificazione.  La città fu salva e da quel momento la chiesa della Vetrana diventò un santuario molto visitato. Da 327 anni si rievoca quel miracolo celebrando la Madonna con una festa che si protrae per tutto il mese di gennaio con una serie di appuntamenti. Il culmine è l'11 gennaio con  l'accensione delle fanove e il 12 con la processione della icona sacra. Tra i rituali si rinnova ogni anno la Diana, con partenza alle 3 di mattina la banda Musicale  "Vito Semeraro" di Castellana G. ha accompagnato con le soavi note della matinata le visite ai frantoi oleari. Durante la processione da un frantoio all'altro, che dura fino alle prime luci dell'alba, i fedeli raccolgono olio da donare alla Madonna, in ricordo dell'olio santo e salvifico con cui si cosparsero nel 1691 i castellanesi.

Il giorno 11 gennaio dopo la Santa messa al Santuario fuori porta alle 18 si accende e si benedice il primo falò, dalle 19 in poi si procede all'accensione di tutti gli altri falò in città e in alcune contrade nella campagna, fanove che arderanno fino alle prime luci dell'alba. Tutta la festa è allietata da gruppi folk, con  balli e cantate popolari, e dall'assaggio di cibi della tradizione. Le fanove hanno un'architettura che ricorda alla forma capannicola dei trulli, costituiti nella base da robusti tronchi d'ulivo, mentre il cono è costituito dai rametti più sottili, ricavati dalle potature. I preparativi durano molti mesi  e i favonisti sono tutti volontari molto devoti. L'accensione delle fanove rimanda all'accensione dei falò dopo la peste, nel 1691,  e come allora simboleggiano purificazione e rinascita. 

 



Lascia un commento

  Invia commento


NOTA BENE: il tuo commento sarà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato